sabato 11 ottobre 2014

Carlo Petrini e lo "Sblocca Italia"


Pubblichiamo un accorato appello del Presidente di Slow Food contro lo scempio che il decreto "sblocca italia" si prepara a perpetrare ai danni del martoriato territorio e paessaggio italiano.
Carlo Petrini
di Carlo Petrini

C’è stato un momento in cui in molti hanno sperato che la “rottamazione”, al di là delle persone, avrebbe finalmente riguardato un certo modo di fare della politica e di quella parte di mondo dell’economia e delle imprese che vive in simbiosi con essa.

C’era addirittura una timida aspettativa circa un cambio ancora più profondo e decisivo: che ad essere rottamato potesse essere il paradigma economico e culturale di riferimento. Certo, nessuno si aspettava un Governo della decrescita felice: sembrava però prossima almeno l’apertura di una stagione politica in cui finalmente, anche nei palazzi di governo, fosse possibile criticare i fondamentali di un sistema che da anni non genera più benessere e ricchezza e a causa del quale, anzi, si è manifestata la più lunga crisi del secondo dopoguerra.


Qualcuno, evidentemente, non si era mai illuso; qualcuno, pur scettico, aveva concesso un minimo credito a questa paventata ondata di novità; qualcuno ci ha creduto un po’ più a lungo. A mettere d’accordo tutti, a sgombrare qualsiasi dubbio, a svelare la distanza abissale tra gli auspicati buoni propositi (veri o presunti che fossero) e la realtà, ci ha pensato lo Sblocca Italia, in modo particolare per quanto concerne le misure dedicate all'edilizia e alla gestione di beni comuni (alcuni sanciti da un referendum, com’è avvenuto per l'acqua).

Nessun commento:

Posta un commento