sabato 28 marzo 2015

Una lingua per l'Europa parte 1

Tullio De Mauro
In questi mesi la stampa tedesca ha dedicato una certa attenzione all’agile libro di uno dei maggiori linguisti europei, Jürgen Trabant, Globalesisch, oder was? (Il global english, oppure che altro?). L’attenzione è certamente dovuta alla qualità del libro, ma anche al costante interesse con cui la stampa e i politici tedeschi (dal presidente Joachim Gauck ad Angela Merkel) seguono le questioni del multilinguismo, dalla coesistenza del tedesco con le lingue immigrate negli asili nido e nella scuola primaria, alla opportunità di espandere la conoscenza e l’uso dell’inglese nell’intera vita sociale.


Tiziano - Ratto di Europa


domenica 15 marzo 2015

PIERO DELLA FRANCESCA. Il disegno tra arte e scienza

14 marzo – 14 giugno 2015 
Cento opere che vedranno accanto al Maestro di Sansepolcro, i grandi protagonisti della teoria e della pratica del disegno prospettico e architettonico dei secoli XV-XVI:

Lorenzo Ghiberti, Leon Battista Alberti, Ercole de’ Roberti, Domenico Ghirlandaio, Giovanni Bellini, Francesco di Giorgio, Albrecht Dürer, Antonio da Sangallo il Giovane, Baldassarre Peruzzi, Amico Aspertini, Michelangelo, e molti altri.
Mostra a cura di Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro, Luigi Grasselli


Vi sono personaggi, nella storia dell’arte, che sono portatori di novità tali da innescare una vera e propria rivoluzione. Uno di questi è sicuramente Piero della Francesca che sarà protagonista della mostra “PIERO DELLA FRANCESCA. Il disegno tra arte e scienza”, curata da Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro e Luigi Grasselli, in programma a Palazzo Magnani di Reggio Emilia dal 14 marzo al 14 giugno 2015.
Attorno al Maestro di Sansepolcro aleggia da sempre un velo di mistero e di enigmaticità dovuto sia ai pochi documenti che lo riguardano, sia alla singolarità del suo linguaggio espressivo che coniuga, magicamente in equilibrio perfetto, la plasticità e la monumentalità di Giotto e Masaccio con una straordinaria capacità di astrazione e sospensione. Un’essenzialità e purezza di forme che trovano fondamento nei suoi interessi matematici e geometrici mirabilmente espressi nei trattati che ci ha lasciato: l’Abaco, il Libellus de quinque corporibus regularibus, il De Prospecitva pingendi e il da poco scoperto Archimede. Ed è proprio su questi preziosi testimoni dell’opera scritto-grafica di Piero, in specie sul De prospectiva pingendi, che la mostra di Palazzo Magnani prende corpo.

giovedì 12 marzo 2015

SETTANT’ANNI DOPO CARLO LEVI, FERMARSI A EBOLI OGGI

http://www.fondazioneamendola.it/
Questo articolo è uscito sul Venerdì di Repubblica. Ringraziamo l’autrice e la testata. (Nell’immagine, “Lucania” di Carlo Levi . Fonte immagine)

EBOLI (Salerno) «Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania». In piazza Carlo Levi, queste prime righe di Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi sono scolpite sul piedistallo del busto di Carlo Levi, eseguito da studenti e insegnanti del liceo artistico Carlo Levi. In calce: La città di Eboli a ringraziamento per la notorietà resa, 4 settembre 1999.

Nella vita, diceva Oscar Wilde, c’è solo una cosa peggiore dell’essere chiacchierati, ed è non esserlo affatto. Quindi la cittadinanza rende grazie. Perché nonostante i reperti neolitici, la dignità di Municipium, il castello eretto da Roberto il Guiscardo, la casa dove dormì Garibaldi la notte prima di entrare a Napoli, il Me ne frego!(delle sanzioni) pronunciato da Mussolini proprio qui, Eboli stava uscendo dalla Storia. Ma Levi ce l’ha rinfilata con il suo romanzo autobiografico che racconta undici mesi di confino trascorsi fra il 1935 e il 1936 prima a Grassano, distante 128 chilometri e poi ad Aliano (140 km), nella desolata Lucania, appunto. Che è una regione storica dell’Italia antica cui Eboli (28 mila anime) formalmente, non appartiene da secoli. Levi la cita come confine tra due mondi e due tempi: dove i contadini erano trattati da cristiani, cioè da uomini, e dove invece da bestie.

leggi tutto : www.minimaetmoralia.it

sabato 7 marzo 2015

Lavorare meno per guadagnare di più


Serge Latouche

La crisi che stiamo vivendo oggi si è aggiunta a molte altre, e tutte si sono intrecciate. Non è più solo una crisi finanziaria ed economica, ma è una crisi ecologica, sociale, culturale... cioè, una crisi di civiltà. C’è chi parla di crisi antropologica

Si, beh, il capitalismo è sempre stato in crisi. E’ un sistema il cui equilibrio è come quello del ciclista, non può mai smettere di pedalare, perché in caso contrario cade a terra. Il capitalismo deve essere sempre in crescita, l’alternativa è il disastro. Per trent’anni non c’è stata nessuna crescita dopo la prima crisi petrolifera, e da allora abbiamo pedalato nel vuoto. Non c’è stata alcuna crescita reale, ma ci sono state la crescita della speculazione immobiliare e quella del mercato azionario. E ora anche queste crescite sono in crisi.Ma nel suo libro segnala alcune misure concrete, come le tasse sul consumo eccessivo o la limitazione dei crediti. Si dice anche che si deve lavorare di meno, dovremmo lavorare di meno?