venerdì 14 luglio 2017

Il 3 maggio 1808 a Madrid - Francisco Goya

olio su tela, museo del Prado - Madrid
Poco dopo la disfatta di Napoleone, il 9 marzo 1814 il consiglio della Reggenza invitava Goya a dipingere "Le azioni oscene più nobili ed eroiche della nostra gloriosa insurrezione contro il tiranno di Europa". 
L'artista scelse di dipingere due grandi tele illustranti la rivolta di Madrid contro i francesi, avvenuta il 2 e il 3 maggio 1808 e soffocata nel sangue. All'alba del 3 maggio erano stati fatti fucilati tutti gli insorti del giorno precedente e tutti coloro che erano sospettati di aver partecipato alla sommossa. Proprio all'apice del dramma viene raffigurato qui da Goya, sintetizzando in unica tela tre diversi momenti: il momento della fucilazione, con i patrioti in parte già caduti e in parte agonizzanti, mentre altri stanno per ricevere il piombo dei francesi. Goya sceglie di non rappresentare i volti dei soldati del plotone di esecuzione: uniformati nella posa dello schieramento militare, essi hanno perso ogni identità individuale e rappresentano solo un braccio disumano che agisce secondo un volere superiore. Altamente individualizzate nelle loro diverse reazioni sono invece gli uomini che attendono l'esecuzione: pronti alla morte, assumono diversi atteggiamenti e mostrano reazioni differenti. Profondi significati se celano negli elementi della composizione: sullo sfondo notturno del cielo si staglia il profilo di una città, dove la sagoma ben riconoscibile di una chiesa è stata interpretata come simbolo della Chiesa che non riesce a difendere e a proteggere il suo popolo. Forse anche la presenza di un religioso tra i condannati allude all'impotenza della fede di fronte alle grandi catastrofi della storia. L'uomo che sta per essere giustiziato, al centro, richiama con le sue braccia aperte il Cristo crocifisso.

Philippe Daverio - I capolavori dell'arte - musei del mondo - Corriere della Sera