Nativity |
venerdì 26 dicembre 2014
venerdì 19 dicembre 2014
La buona economia non esiste
“Non è possibile proporre un modello chiavi in mano di una società della decrescita – scrive Serge Latouche -, ma soltanto le grandi linee dei fondamentali di qualsiasi società non produttivista sostenibile. È la stessa conclusione a cui arriva anche Mauro Bonaiuti nel libro ‘La grande transizione'”. Il progetto radicale della decrescita non consiste nel sostituire una «buona economia» a una «cattiva economia», una buona crescita o un buon sviluppo a una crescita o a uno sviluppo cattivi, applicandovi una verniciatura di verde, di sociale o di equo, con una dose più o meno forte di regolazione statale o di ibridazione con la logica del dono e della solidarietà. Si tratta invece, né più e né meno, di uscire dall’economia. Questa formula, che Bonaiuti esita a usare, in genere non viene compresa dai nostri concittadini, per i quali è difficile rendersi conto del fatto che l’economia è diventata una religione. Eppure sta proprio qui la differenza tra il progetto di costruzione di una società di abbondanza frugale e le idee di sviluppo sostenibile”.
leggi tutto : http://comune-info.net
L'antico
Jacques Le Goff |
continua a leggere : www.eutopiamagazine.eu
Gli effetti nefasti dei talkshow - La democrazia del consenso
www.informaxresistere.fr |
Credo di esserci ricascato... La sera, quando finisco di cenare e di mettere a letto la bambina, sono troppo stanco per fare qualunque cosa. Ed è allora che il telecomando esercita il suo potere maligno: mi costringe ad accendere il televisore e in un baleno eccomi ripiombare in quel caleidoscopio di immagini vischiose che, per il tramite dei miei occhi, hanno accesso al mio cervello impanandone le pareti.
A lasciare i residui più facili da scrostare sono le trasmissioni televisive sulla politica.
Insomma i Talk Show.
Ebbene si: ci sono ricascato.
domenica 14 dicembre 2014
Un mondo senza alternative
Zygmunt Bauman - Sociologo e Filosofo |
Nei secoli di sovranità territoriale e indipendenza che hanno fatto seguito alla Pace di Vestfalia, nel 1648, l’assenza di alternative (in sintonia con la formula cuius regio eius religio, dove la religio successivamente sarebbe stata rimpiazzata con la natio) era confinata allo spazio racchiuso nei confini di un singolo Stato; c’erano alternative in abbondanza nelle vaste distese che cominciavano dall’altro lato del confine, e lo scopo principale della sovranità territoriale era quello di impedire a queste alternative, per amore o per forza, di varcare quella linea. Il perforamento e lo smantellamento del Muro di Berlino hanno fuso gli spettri locali dell’assenza di alternative in un unico spettro mondiale.
continua a leggere clicca su link qui sotto:
sabato 13 dicembre 2014
Noi tedeschi siamo indebitati e corrotti
Günter Grass - Nobel per la letteratura |
”In un’intervista alla tv tedesca il premio Nobel di Danzica critica la Cancelliera per le politiche di austerità: «Siamo indebitati e corrotti, non possiamo dare lezioni»
domenica 7 dicembre 2014
Fantasmi
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Martin Niemöller (1892-1984),
pastore protestante tedesco
sabato 6 dicembre 2014
Bernini come nasce un capolavoro
guarda tutto : www.rainews.it/dl/rainews/media/Bernini
La danza dei Dervisci per il dialogo tra religioni
Ballerini Dervisci |
Guarda il video : /www.rainews.it/dl/rainews/media
Lettera di fine anno ai diplomandi
C’è una canzone di Edoardo Bennato, che dice: “Una settimana, un giorno o solamente un’ora a volte vale una vita intera, il tempo passa in fretta e ti ruba quello che hai…”.
Ecco, alla fine di questo anno scolastico io mi sento un po’ così. Ho cioè la consapevolezza di essere stata un’insegnante di religione che ha trascorso con voi troppo poco tempo: solo un anno discuola e solo un’ora alla settimana. Un’inezia, un nulla, rispetto all’incisività che richiede un ricordo che voglia restare impresso nella memoria.
E’ proprio vero che il tempo passa in fretta, rubando e scolorendo i ricordi del passato!
Quei versi, allora, mi consolano e mi danno la certezza che anche solo le poche lezioni di un’ora,nell’arco di un anno, possa comunque valere molto e lasciare tracce significative nel cuore di chi Dio ha messo sulla mia strada di insegnante.
Le parole di quella canzone, che rispecchiano perfettamente il mio sentimento di questa fine d’anno scolastico, confermano in me la consapevolezza che, quando si è fatto un cammino insieme -per quanto breve sia stato- sicuramente ha prodotto un arricchimento vicendevole.
Io da parte vostra ho ricevuto tanto: ogni emozione che avete espresso, ogni critica costruttiva, ogni battuta più o meno simpatica, ogni opinione motivata, ogni pensiero che avete comunicato, ogni minuto di lavoro, di allegria, di difficoltà, di impegno o di svago insieme…sono stati momenti importanti ed intensi per me, che non sono terminati col suono della campanella e che mi porto dentro, anche fuori dalla scuola.
E voi, da parte mia, cosa avete ricevuto?
Spero che vi sia rimasta la convinzione che la dimensione religiosa ha un’importanza fondamentale nella vita personale e sociale. Poi, al di là del fatto che voi abbiate acquisito o no “la padronanza del linguaggio specifico della disciplina”, o che sappiate “qual è l’idea dell’aldilà nelle varie religioni”, oppure che abbiate imparato “I criteri cristiani nella bioetica” (come impongono i programmi), in realtà quello che importa è che voi abbiate colto il messaggio che, attraverso quei contenuti, ho inteso trasmettervi.
E ve lo dico con le parole di Guardini: “Vorrei aiutare gli altri a vedere con occhi nuovi”.
Infatti dietro ad ogni tematica trattata avevo un grande, unico obiettivo: consegnarvi una lente perosservare la realtà in modo diverso dal consueto. (vedi figure sul retro).
E’ la lente del Cristianesimo.
In Italia e in Europa la cultura è pervasa dal Cristianesimo: non si capisce a fondo la realtà che ci circonda se non si conosce questa religione e la sua incisività lungo venti secoli di storia.
Essa vi permette di constatare che la superficie delle cose non contiene la verità, ma solo l’apparenza. La verità sta dentro le cose e le persone. E c’è una Verità assoluta e misteriosa che sta al di là del mondo visibile (e che le religioni chiamano Dio) che dà senso alla vita di ogni uomo e che richiede un impegno quotidiano di lavoro su se stessi, per migliorarsi e crescere sempre.
Quella lente apre le porte della vostra dimensione interiore, di quella sfera spirituale che troppo spesso si trascura: se la adoperate spesso per leggere, nel vostro cuore, i valori ed i principi che Dio lì ha seminato (e che la famiglia e la scuola –collaborando- vi hanno spinto a coltivare) ritroverete il bandolo della matassa in ogni circostanza ingarbugliata e problematica.
In un mondo multietnico e multireligioso, quella lente vi consente di leggere la realtà, di orientarvi in essa senza paura, di comprenderla meglio, di sapere dare un giudizio ragionato e non banale su fatti, eventi, persone, situazioni, anche quando sono imprevisti o conflittuali rispetto all’opinione comune della gente o al vostro sentire.
Quella lente, che vi mostra le cose dal punto di vista di Cristo e della Chiesa, vuole favorire anche una vostra riflessione equilibrata sull’importanza delle scelte etiche, in particolare nel campo della bioetica, [aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, ecc.] su cui abbiamo trascorso tante ore di lezione.
Spero vi sia rimasto l’allenamento a guardare le cose anche secondo la prospettiva cristiana, che –per quanto non siate d’accordo- resta la più profonda, la più costruttiva e la più rivoluzionaria[perché: 1) è impegnativa e mai superficiale, 2) affronta e risolve i problemi attraverso l’amore del prossimo, lo spendersi per gli altri, il rispetto della dignità di ciascuno; 3) Si pone spesso in contrasto con la cultura dominante, che invece suggerisce soluzioni facili, sbrigative, egoistiche, deresponsabilizzanti e persino banali.]
E’ una lente che io vi ho proposto e non imposto, perché questo è lo stile del Dio cristiano, che si comporta con l’uomo come un Padre con il figlio. E questo lasciarci la libertà di credere, la libertà di seguirlo, la libertà di pregarlo è il segno della grande considerazione che Lui ha per ciascuno di noi e –nello stesso tempo- di un amore immenso, che annulla la sua onnipotenza divina, pur di non opprimere la nostra umanità.
Quella lente (che è poi uno stile di vita ed una mentalità) voi siete liberi –cioè- di utilizzarla oppureno.
Il mio compito era quello di consegnarvela, o di tergerla se era troppo opaca, o di rispolverarla se era dimenticata. Ora tocca a voi.
Siate, d’ora in poi, come le persone della figura qui sotto, che hanno iniziato una faticosa salita attraverso la cultura, sono saliti in alto –con fatica e sacrificio- grazie allo studio, ed ora vedono la realtà da una prospettiva più elevata, cioè dalla cima del tetto della scuola: da lì ognuno di voi è invitato a prendere il volo verso la vita vera. Chi di voi ha più coraggio, sappia che ora è dotato di ali e dunque è anche in grado di volare, grazie a quello che ora sa e che è diventato.
Chiudo perciò con l’incoraggiamento che amava ripetere Giovanni Paolo II: “Duc in altum!”, che significa: “vola alto!”, “prendi il largo!”. Oggi si direbbe: “metti una marcia in più!”.
Buona fortuna per la vita, ragazzi!
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