venerdì 19 dicembre 2014

La buona economia non esiste

“Non è possibile proporre un modello chiavi in mano di una società della decrescita – scrive Serge Latouche -, ma soltanto le grandi linee dei fondamentali di qualsiasi società non produttivista sostenibile. È la stessa conclusione a cui arriva anche Mauro Bonaiuti nel libro ‘La grande transizione'”. Il progetto radicale della decrescita non consiste nel sostituire una «buona economia» a una «cattiva economia», una buona crescita o un buon sviluppo a una crescita o a uno sviluppo cattivi, applicandovi una verniciatura di verde, di sociale o di equo, con una dose più o meno forte di regolazione statale o di ibridazione con la logica del dono e della solidarietà. Si tratta invece, né più e né meno, di uscire dall’economia. Questa formula, che Bonaiuti esita a usare, in genere non viene compresa dai nostri concittadini, per i quali è difficile rendersi conto del fatto che l’economia è diventata una religione. Eppure sta proprio qui la differenza tra il progetto di costruzione di una società di abbondanza frugale e le idee di sviluppo sostenibile”.

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L'antico


Jacques Le Goff
Si è soliti far iniziare la storia di molte civiltà da un’epoca originaria o da un periodo antico; solo l’Europa, però, ha attibuito all’Antichità un così grande rilievo per spiegare la propria formazione, la propria esistenza e le proprie caratteristiche. L’Antichità - che comprende essenzialmente il mondo greco, il mondo romano e l’impero romano - è stata, ad un tempo, l’embrione e la base dell’Europa: per molti secoli, in gran parte di essa, la lingua della cultura è stata il latino, coi suoi termini e i suoi modi di dire. Siamo eredi del mondo antico anche sul piano intellettuale e politico, avendo fatto nostra la concezione della democrazia, nata in Grecia e destinata a diventare - dopo la rivoluzione francese - la forma di governo ideale, il modello politico che si diffonderà in tutta Europa e che essa promuoverà nel mondo.

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Gli effetti nefasti dei talkshow - La democrazia del consenso


www.informaxresistere.fr
di Michele Petrino

Credo di esserci ricascato... La sera, quando finisco di cenare e di mettere a letto la bambina, sono troppo stanco per fare qualunque cosa. Ed è allora che il telecomando esercita il suo potere maligno: mi costringe ad accendere il televisore e in un baleno eccomi ripiombare in quel caleidoscopio di immagini vischiose che, per il tramite dei miei occhi, hanno accesso al mio cervello impanandone le pareti.
A lasciare i residui più facili da scrostare sono le trasmissioni televisive sulla politica.
Insomma i Talk Show.
Ebbene si: ci sono ricascato.

domenica 14 dicembre 2014

Un mondo senza alternative


Zygmunt Bauman -  Sociologo e Filosofo
Sulle rovine del Muro di Berlino aleggia lo spettro di un mondo senza alternative. Non è la prima volta che uno spettro simile fa la sua comparsa: la novità fondamentale è che stavolta aleggia sul mondo intero.

Nei secoli di sovranità territoriale e indipendenza che hanno fatto seguito alla Pace di Vestfalia, nel 1648, l’assenza di alternative (in sintonia con la formula cuius regio eius religio, dove la religio successivamente sarebbe stata rimpiazzata con la natio) era confinata allo spazio racchiuso nei confini di un singolo Stato; c’erano alternative in abbondanza nelle vaste distese che cominciavano dall’altro lato del confine, e lo scopo principale della sovranità territoriale era quello di impedire a queste alternative, per amore o per forza, di varcare quella linea. Il perforamento e lo smantellamento del Muro di Berlino hanno fuso gli spettri locali dell’assenza di alternative in un unico spettro mondiale.

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sabato 13 dicembre 2014

Noi tedeschi siamo indebitati e corrotti


Günter Grass - Nobel per la letteratura
Mentre in Italia i fans delle telenovelas continuano a pensare che solo in Italia si nascondano indebitamento pubblico e virtù private, con contorno di corruzione e mafia, in Germania ogni tanto qualcuno spiega agli altri che in fondo mondo è paese, anche se questo non significa necessariamente abbassare la guardia sui crimini politici e privati che hanno devastato il nostro Paese…
”In un’intervista alla tv tedesca il premio Nobel di Danzica critica la Cancelliera per le politiche di austerità: «Siamo indebitati e corrotti, non possiamo dare lezioni»


domenica 7 dicembre 2014

Fantasmi

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.

Martin Niemöller (1892-1984),
pastore protestante tedesco

sabato 6 dicembre 2014

Bernini come nasce un capolavoro



AR, la rubrica settimanale di Rainews 24 dedicata all'arte, entra all’interno della Galleria Borghese e svela una lettura inedita e avvincente dei capolavori di Bernini, che il Cardinal Scipione Borghese volle inserire nella sua collezione. Dalla Fuga di Enea da Troia al Ratto di Proserpina, il racconto di Bernini si fa sempre più coinvolgente, fino all’Apollo e Dafne, dove la scultura si anima in un vero e proprio film d’azione. Come riusciva Bernini a raggiungere una tale perfezione del marmo? Come vanno guardate le sue opere? Qual è il segreto del suo fascino? AR va in onda su Rainews ogni Sabato alle ore 13.50 e 17.50 e ogni domenica alle ore 10.50 e 18.50

La danza dei Dervisci per il dialogo tra religioni


Ballerini Dervisci
Pregano con il corpo, con il canto, con la musica. Sono i Dervisci, la confraternita Sufi. Una volta l'anno lo fanno insieme ai francescani, sull'esempio di San Francesco che incontrò il Sultano. Il servizio degli inviati in Turchia Marco Clementi e Marco Sanga. Montaggio di Marco Santi .

Lettera di fine anno ai diplomandi



La Prof continua a farci lezione...(per non dimenticare Loretta Bartolini)Santarcangelo, 31 maggio 2008





 C’è una canzone di Edoardo Bennato, che dice: “Una settimana, un giorno o solamente un’ora a volte vale una vita intera, il tempo passa in fretta e ti ruba quello che hai…”.

  Ecco, alla fine di questo anno scolastico io mi sento un po’ così.  Ho cioè la consapevolezza di essere stata un’insegnante di religione che ha trascorso con voi troppo poco tempo: solo un anno discuola e solo un’ora alla settimana. Un’inezia, un nulla, rispetto all’incisività che richiede un ricordo che voglia restare impresso nella memoria.
  E’ proprio vero che il tempo passa in fretta, rubando e scolorendo i ricordi del passato!
Quei versi, allora, mi consolano e mi danno la certezza che anche solo le poche lezioni di un’ora,nell’arco di un anno, possa comunque valere molto e lasciare tracce significative nel cuore di chi Dio ha messo sulla mia strada di insegnante.
  Le parole di quella canzone, che rispecchiano perfettamente il mio sentimento di questa fine d’anno scolastico,  confermano in me la consapevolezza che, quando si è fatto un cammino insieme -per quanto breve sia stato- sicuramente ha prodotto un arricchimento vicendevole.
  Io da parte vostra ho ricevuto tanto: ogni emozione che avete espresso, ogni critica costruttiva, ogni battuta più o meno simpatica, ogni opinione motivata, ogni pensiero che avete  comunicato, ogni minuto di lavoro, di allegria, di difficoltà, di impegno o di svago insieme…sono stati momenti importanti ed intensi per me, che non sono terminati col suono della campanella e che mi porto dentro, anche fuori dalla scuola.
  E voi, da parte mia, cosa avete ricevuto?
  Spero che vi sia rimasta la convinzione che la dimensione religiosa ha un’importanza fondamentale nella vita personale e sociale. Poi, al di là del fatto che voi abbiate acquisito o no “la padronanza del linguaggio specifico della disciplina”, o che sappiate “qual è l’idea dell’aldilà nelle varie religioni”oppure che abbiate imparato I criteri cristiani nella bioetica” (come impongono i programmi),  in realtà  quello che importa è che voi abbiate colto il messaggio che, attraverso quei contenuti, ho inteso trasmettervi.
  E ve lo dico con le parole di Guardini: “Vorrei aiutare gli altri a vedere con occhi nuovi”.
Infatti dietro ad ogni tematica trattata avevo un grande, unico obiettivo: consegnarvi una lente perosservare la realtà in modo diverso dal consueto. (vedi figure sul retro).
  E’ la lente del Cristianesimo.
In Italia e in Europa la cultura è pervasa dal Cristianesimo: non si capisce a fondo la realtà che ci circonda se non si conosce questa religione e la sua incisività lungo venti secoli di storia.
Essa vi permette di constatare che la superficie delle cose non contiene la verità, ma solo l’apparenza. La verità sta dentro le cose e le persone. E c’è una Verità assoluta e misteriosa che sta al di là del mondo visibile (e che le religioni chiamano Dioche dà senso alla vita di ogni uomo e che richiede un impegno quotidiano di lavoro su se stessi, per migliorarsi e crescere sempre.
    Quella lente  apre le porte della vostra dimensione interiore, di quella sfera spirituale che troppo spesso si trascura: se la adoperate spesso per leggere, nel vostro cuore, i valori ed i principi che Dio lì ha seminato (e che la famiglia e la scuola –collaborando- vi hanno spinto a coltivare) ritroverete il bandolo della matassa in ogni circostanza ingarbugliata e problematica.
In un mondo multietnico e multireligioso, quella lente vi consente di leggere la realtà, di orientarvi in essa senza paura, di comprenderla meglio, di sapere dare un giudizio ragionato e non banale su fatti, eventi, persone, situazioni, anche quando sono imprevisti o conflittuali rispetto all’opinione comune della gente o al vostro sentire. 
  Quella lente, che vi mostra le cose dal punto di vista di Cristo e della Chiesa, vuole favorire anche una vostra riflessione equilibrata sull’importanza delle scelte etiche, in particolare nel campo della bioetica, [aborto, eutanasia, fecondazione artificiale, ecc.] su cui abbiamo trascorso tante ore di lezione.
  Spero vi sia rimasto l’allenamento a guardare le cose anche secondo la prospettiva cristiana, che –per quanto non siate d’accordo- resta la più profonda, la più costruttiva e la più rivoluzionaria[perché: 1) è impegnativa e mai superficiale, 2) affronta e risolve i problemi attraverso l’amore del prossimo, lo spendersi per gli altri, il rispetto della dignità di ciascuno; 3) Si pone spesso in contrasto con la cultura dominante, che invece suggerisce soluzioni facili, sbrigative, egoistiche, deresponsabilizzanti e persino banali.]
  E’ una lente che io vi ho proposto e non imposto, perché questo è  lo  stile del Dio cristiano, che si comporta con l’uomo come un Padre con il figlio. E questo lasciarci la libertà di credere, la libertà di seguirlo, la libertà di pregarlo è il segno della grande considerazione che Lui ha per ciascuno di noi e –nello stesso tempo- di un amore immenso, che annulla la sua onnipotenza divina, pur di non opprimere la nostra umanità.
Quella lente (che è poi uno stile di vita ed una mentalità) voi siete liberi cioèdi utilizzarla oppureno.
Il mio compito era quello di consegnarvela, o di tergerla se era troppo opaca, o di rispolverarla se era dimenticata. Ora tocca a voi.
Siate, d’ora in poi, come le persone della figura qui sotto, che hanno iniziato una faticosa salita attraverso la cultura, sono saliti in alto –con fatica e sacrificio- grazie allo studio, ed ora vedono la realtà da una prospettiva più elevata, cioè dalla cima del tetto della scuola: da lì ognuno di voi è invitato a prendere il volo verso la vita vera. Chi di voi ha più coraggio, sappia che ora è dotato di ali e dunque è anche in grado di volare, grazie a quello che ora sa e che è diventato.
  Chiudo perciò con l’incoraggiamento che amava ripetere Giovanni Paolo II: “Duc in altum!”, che significa: “vola alto!prendi il largo!”. Oggi si direbbe: “metti una marcia in più!”.
  Buona fortuna per la vita, ragazzi!