sabato 28 febbraio 2015

Il poeta dell'inutile bellezza

Fonte: http://artid.com/
da comune.info
http://comune-info.net
Pier Paolo Pasolini è stato uno dei pochi intellettuali a non credere nel mito del progresso. L’avvento della modernità, ricordava, è costato l’estinzione delle lucciole che per lui costituivano la «inutile bellezza» senza fini e proprio per questo sacra. Ma Pasolini era prima di tutto un combattente: bisogna lottare continuamente, pensava, perché il mondo può sempre peggiorare. Per questo abbiamo bisogno di Pasolini: abbiamo bisogno di imparare a lottare ogni giorno, abbiamo bisogno di ripartire dalla sacralità dei rapporti umani e con la natura

sabato 21 febbraio 2015

Miguel de Cervantes Saavedra - Il Don Chisciotte della Mancia


panchina con Sancho Panza e Don Chisciotte davanti alla casa di Cervantes
di Massimo Magnani

Il Don Chisciotte della Mancia, è un capolavoro della letteratura spagnola.
E' considerato il primo grande "romanzo moderno", forse il più importante del Seicento.
Sicuramente si tratta del romanzo che meglio descrive la crisi dei grandi ideali del Rinascimento.

Il titolo originale è "L'ingegnoso hidalgo don Chisciotte della Mancia".
Il romanzo è diviso in due parti diverse tra loro e tra l'altro scritte l'una a distanza di molti anni dall'altra. 
Siamo agli inizi del 1600, ci troviamo in un borgo dalla Mancia e un povero hidalgo (nobiluomo) Alonso Quejana, abbacinato dalla lettura di romanzi cavallereschi ne discute senza mai stancarsi con il parroco ed il barbiere.
Colto da pazzia, comincerà ad errare per il paese, dopo essersi fatto nominare cavaliere da un oste di osteria che lui crederà un castello.
Il suo cavallo lo chiamerà Ronzinante, mentre lui si fregerà del titolo di Don Chisciotte della Mancia e sceglierà per lui una dama, Dulcinea del Toboso, una contadina.

domenica 15 febbraio 2015

L'Italia potenza morbida



L’Italia, proverbialmente “media potenza” in base a numerosi parametri, è una “superpotenza” per lo meno se valutata in base a un metro particolare: quello della cultura. Il retaggio storico e la produzione scientifico-culturale possono essere utilizzate per un soft power italiano? Questa la domanda attorno a cui è ruotato il convegno svoltosi nel pomeriggio di Lunedì 19 Gennaio, presso la Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati. Prima conferenza del 2015 organizzata da IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie), ha ricevuto il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana (MAECI), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e della Società Geografica Italiana.

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sabato 7 febbraio 2015

Azione popolare per il bene comune


Salvatore Settis, docente di Storia dell'Arte Antica, scuola Normale Superiore di Pisa
di Salvatore Settis

E’ necessario tornare all’idea che il bene comune ha un interesse superiore ad ogni altro interesse e tornare con convinzione al principio della pubblica utilità del patrimonio culturale.

Il bene comune è strettamente connesso al diritto romano: ovunque ci sia un conflitto fra l’interesse del singolo e quello della collettività, prevale l’interesse comune.

Ciò corrispondeva ad un’etica che non conosceva frontiere. Si generava allora un’etica condivisa, un sistema diffuso che veniva tramandato da una generazione all’altra. Ora siamo al tramonto dell’idea del bene comune. Che cosa vuol dire bene comune? Investire sul futuro, sapere che i giovani sono più importanti dei vecchi e quelli che devono ancora nascere più importanti dei giovani che già ci sono.