sabato 7 marzo 2015

Lavorare meno per guadagnare di più


Serge Latouche

La crisi che stiamo vivendo oggi si è aggiunta a molte altre, e tutte si sono intrecciate. Non è più solo una crisi finanziaria ed economica, ma è una crisi ecologica, sociale, culturale... cioè, una crisi di civiltà. C’è chi parla di crisi antropologica

Si, beh, il capitalismo è sempre stato in crisi. E’ un sistema il cui equilibrio è come quello del ciclista, non può mai smettere di pedalare, perché in caso contrario cade a terra. Il capitalismo deve essere sempre in crescita, l’alternativa è il disastro. Per trent’anni non c’è stata nessuna crescita dopo la prima crisi petrolifera, e da allora abbiamo pedalato nel vuoto. Non c’è stata alcuna crescita reale, ma ci sono state la crescita della speculazione immobiliare e quella del mercato azionario. E ora anche queste crescite sono in crisi.Ma nel suo libro segnala alcune misure concrete, come le tasse sul consumo eccessivo o la limitazione dei crediti. Si dice anche che si deve lavorare di meno, dovremmo lavorare di meno?



Devi lavorare di meno per guadagnare di più, perché più si lavora, meno si guadagna. E la legge del mercato. Se si lavora di più, si aumenta l’offerta di lavoro, e dal momento che la domanda non aumenta i salari calano. Quanto più si lavora più si abbassano i salari. Si deve lavorare meno ore per tutti i lavori, ma soprattutto, lavorare meno per vivere meglio. Questo è più importante e più sovversivo. Siamo diventati malati, il lavoro è una droga. E cosa fa la gente quando si riducono i tempi di lavoro? Guarda la tv. La tv è il veleno per eccellenza, il veicolo per la colonizzazione della fantasia.Lavorare almeno aiuta a ridurre la disoccupazione?Certo. Dobbiamo ridurre l’orario di lavoro e si deve spostare. Un must è la riconversione ecologica del settore agricolo, per esempio. Dobbiamo passare da un’agricoltura intensiva all’agricoltura biologica. Latouche pensa che le democrazie oggi siano minacciate dal potere dei mercati. «Non abbiamo la democrazia», dice. Ed evoca la teoria del politologo britannico Colin Crouch, il quale sostiene che siamo in una fase di post- democrazia. C’era una predemocracy, nella lotta contro il feudalesimo e l’assolutismo; una democrazia massima, per come l’abbiamo conosciuta dalla seconda guerra mondiale, con il periodo di maggior splendore del welfare state; e ora abbiamo raggiunto la post- democrazia. «Siamo dominati dalla oligarchia economica e finanziaria che è in servizio grazie a un certo numero di suoi funzionari, che sono i capi di stato dei paesi». E sostiene che la prova più evidente è ciò che l’Europa ha fatto con la Grecia, sottoponendola a severi programmi di austerità. «Sono un convinto europeista, ha lottato per costruire l’Europa, ma non questa. Dovevamo costruire una politica e una cultura dell’Europa prima, e alla fine, forse, un paio di secoli dopo, adottare una moneta unica». Latouche sostiene che la Grecia dovrebbe dichiarare il fallimento, come fanno le aziende. «In Spagna, il re Carlo V ha fallito due volte e il paese non è morto, al contrario. L’Argentina lo ha fatto dopo il crollo del peso. Il presidente dell’Islanda, che non è stato preso sul serio, l’anno scorso a Davos ha detto che la soluzione alla crisi è semplice: si annulla il debito e quindi il recupero è molto veloce».


Serge Latouche


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