sabato 4 ottobre 2014

Il governo del popolo



Pericle
di Massimo Magnani
Una delle tante cose per cui l’umanità deve ringraziare la Grecia è l’invenzione della Democrazia. Rispetto ai sistemi democratici attuali, la democrazia della Grecia antica si presentava con qualche differenza ad esempio erano assenti il diritto costituzionale, ma se vogliamo la modalità con la quale la democrazia veniva esercitata ai tempi dei greci era davvero diretta e partecipata, roba da fare invidia ai nostri movimenti civici provenienti dal “basso”, contemporanei.
I primi passi verso la Democrazia si compiono con Solone, poeta, viaggiatore e attento osservatore della realtà del suo tempo, che senza volerlo prepara il terreno per le radici democratiche.



Egli comprende i malesseri della società ateniese del tempo, VII secolo a.C.: i contadini erano ridotti alla schiavitù e i ricchi dominavano la polis, minandone la sopravvivenza stessa. Nel 594 a.C., Solone riesce ad accedere alla carica di arconte (massima magistratura ateniese) , da quella funzione riesce a realizzare una vera e propria riforma politica e sociale : consolida l’Assemblea popolare (Ekklesìa) ed elimina i debiti che opprimevano gli agricoltori, liberandoli dal giogo della schiavitù sancendo inoltre la possibilità di partecipare alla vita politica in base al reddito e non in base al diritto di nascita. Grazie alle sue riforme, l’accesso alla politica dei cittadini non dipende più dalla loro condizione sociale. A Solone, però succedette Pisistrato, che non abolì le leggi di Solone, ma si impadronì del potere dal 561 al 510 a.C. concentrando su di sé molti diritti, sospendendo di fatto la giovane democrazia ateniese. Una svolta decisiva alla democrazia ateniese la impresse Clistene, che succedette a Ippia figlio di Pisistrato esiliato dal popolo Ateniese proprio perché si comportava da satrapo e tiranno. Con Clistene l’assemblea popolare diviene aperta a tutti i cittadini, in questo modo l’Ekklesìa assume quel ruolo di protagonista alla base della vita politica di Atene. Questo organo godeva del potere legislativo ed esecutivo, i suoi membri, potevano avere qualsiasi tipo di incarico e sedere a pieno titolo nei tribunali di giustizia.
Il compito più difficile per Clistene fu quello di mantenere in equilibrio il sistema politico, ogni carica attribuita doveva essere limitata e circoscritta ed essere sottoposta a scrutinio costante per impedire qualsiasi tentativo di ricostituzione della tirannide. L’ordinamento politico di Clistene era davvero complesso, poggiava principalmente sul demos, in greco popolo, ma anche sui quartieri demoi, in cui era suddivisa Atene in tutto 139. Poi vi era la suddivisione dell’Attica in tre parti : la costa (paralia), l’entroterra (mesogeia) e la città (asty). I quartieri di ognuna di queste tre regioni vennero raggruppati in circoscrizioni con il nome di trittie. Furono create e istituite trenta trittie, dieci per ciascuna regione. Ogni tre trittie si veniva a formare una tribù o phyle, che diveniva la base del nuovo sistema politico. Le tribù prendevano il nome da un eroe eponimo locale scelto dalla Pizia, sacerdotessa di Delfi, in una rosa di nomi presentata da Clistene. L’assemblea del popolo era un organo sovrano formata da cittadini maschi maggiori di vent’anni, i quali potevano votare e avere diritto di tribuna per promuovere le proprie proposte. Gli argomenti che venivano dibattuti in assemblea venivano decisi e predisposti da un Consiglio o Boulé, formato da cinquecento membri, cinquanta per ogni tribù eletti per sorteggio e in carica per un anno. I rappresentanti di ogni tribù si riunivano per trentasei giorni (decima di un anno) in sessione permanente, cinquanta consiglieri (pritania) eleggevano a sorteggio, per la durata di un giorno, il presidente che doveva custodire il sigillo e le chiavi del santuario dove erano riposti e si conservavano i tesori e i documenti di Stato. 
Clistene introdusse come novità nel sistema politico l’ostracismo, una forma di esilio per il quale ciascun cittadino poteva essere allontanato da Atene per una durata anche di dieci anni. Per rendere esecutiva questa decisione alla votazione occorreva il quorum di partecipazione di almeno 6.000 cittadini. Lo strumento dell’ostracismo pensato per prevenire eventuali tentativi di ripristinare la Tirannia, divenne a volte anche un modo per allontanare personaggi scomodi. Lo spazio in cui la Democrazia si esercitava era chiamato l’Agorà, un luogo all’aperto in cui i cittadini discutevano sulle questioni politiche della città. Dal 461 a.C. fino alla sua morte nel 429 a.C. compare sulla scena politica di Atene Pericle, figlio di Santippo, seguace politico antioligarchico di Efialte e grande oratore per il demos. La sua opera politica principale sarà quella di consolidare la sovranità del popolo ateniese, attraverso il voto nell’assemblea popolare e nelle altre istituzioni dello Stato. Egli realizzò altri due importanti aggiustamenti al sistema democratico greco, il primo fu quello di retribuire sotto forma di rimborso spese i cittadini che partecipavano alla vita politica, alle riunioni e alle assemblee. In questo modo si garantiva la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica, compreso i meno agiati. Nulla a che vedere con i lauti rimborsi elettorali della politica italiana, si tratta di una paga pari al salario medio diario. Il secondo aggiustamento fu quello di limitare la cittadinanza di Atene ai figli legittimi di genitori ateniesi, mentre già erano esclusi dal diritto di voto le donne, gli stranieri e gli schiavi. Nonostante qualche ombra, la democrazia ateniese permetteva a chiunque di esprimere le proprie opinioni e di sottoporle al voto generale dell’Assemblea dei cittadini, che era e restava sovrana. Nel caso che la propria idea prevalesse con il voto della maggioranza si dava seguito alle decisioni. Non esistevano partiti politici, la democrazia era diretta, si formavano sovente gruppi o fazioni che portavano avanti le stesse istanze. La democrazia diretta comporta anche essere parte della decisione proposta e votata. Muovere guerra per gli ateniesi, significava dunque prendersi una responsabilità a cui avrebbero preso parte in prima persona dopo il voto. A semplici cittadini erano demandate anche funzioni di amministrazione della giustizia nei tribunali popolari, sempre eletti dal popolo ai cittadini venivano attribuiti anche gli incarichi di ricevere le ambasciate e le delegazioni straniere. Il sistema democratico regalò ai cittadini ateniesi la padronanza del proprio destino. L’istituzione della Democrazia in Grecia ebbe un valore enorme, l’isonomia dei diritti di tutti i cittadini di fronte alla legge è un principio che scaturisce dall’esercizio democratico; l’uguaglianza dei cittadini è spesso sinonimo di democrazia.

Bibliografia

Adolfo J.Domenguez Monedero, “La nascita della democrazia”, Storica 5 (luglio 2009), pp. 40-55
Bibliografia consigliata :
Claude Mossé, Pericle. L’inventore della democrazia, Laterza, 2006.
André Reszler, Il mito di Atene. Storia di un modello culturale europeo, Bruno Mondadori, 2007.

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