sabato 10 gennaio 2015

Uscire dall'economia



di Maurizio Pallante 

«Dall’economia all’eutéleia. Scintille di decrescita e d’anarchia» (Editori riuniti)* è un libro di complessa definizione. Intanto perché affronta questioni di carattere teoretico, morale e politico, che non consentono di classificarlo facilmente all’interno del solo ambito filosofico. E poi perché, se ci si sofferma con profondità nella lettura, si scorgono tra le righe anche riflessioni di natura economica, sociologica e antropologica, che rendono l’argomentazione ancor più complessa e poliedrica: d’altronde non potrebbe essere altrimenti, dal momento che complessa e poliedrica è la vita (d’ognuno e di tutti) che costituisce il tema affrontato dal libro, dove, quando si parla di vita, si intende non solo il tempo della semplice esistenza vissuta da ogni individuo tra la nascita e la morte, bensì il complesso relazionale inestricabile che costituisce l’essere dell’Io in relazione al contesto in cui la sua vita si svolge. Pertosa ritiene, infatti, che non si possa parlare in alcun modo di soggetti astratti né di individui separati ontologicamente dall’essere in cui si trovano, in quanto ogni singolo Io è relato al mondo circostante. Non sarebbe quindi né pensabile, né dicibile l’essere di un soggetto singolo perché ciò che lo definisce sono le relazioni ontologiche che esso stesso costituisce: la vita di ognuno di noi è il risultato di trame relazionali costituite giorno per giorno fra noi stessi e l’essere con cui entriamo in contatto.

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