sabato 31 gennaio 2015

Giotto (1267 circa - 1337)


Giotto, Compianto sul Cristo, 1303-1305, Affresco, 200 x 185 cm. Padova, Cappella degli Scrovegni.
di Massimo Magnani 

Ambrogio di Bondone, detto Giotto è considerato unanimemente il più grande innovatore della pittura. 
Riconosciuto maestro e punto di riferimento per tutti gli artisti che lo seguirono nei secoli successivi.  
Giotto abbandona le forme espressive bizantine e modifica anche il modo di interloquire con i committenti, iniziando la pratica del contratto di pagamento. 
Giotto fu il primo artista ha concordare un cache sull'opera commissionata. 
In autonomia decide i materiali, le grandezze, i colori, le figure da rappresentare, senza interferenze o vincoli da parte del committente. 
Nella Basilica superiore di San Francesco, Giotto realizza il ciclo di affreschi più innovativo del trecento, considerato fra le opere più significative dell'arte italiana.

 
In ventotto riquadri vengono rappresentate le fasi della vita del Santo, dalla giovinezza alla morte. 
Giotto è un pittore molto attento ai volti e all'anatomia dei corpi, negli ambienti rappresentati inserisce elementi della natura e di edifici che esistono anche nella realtà, desidera che i fedeli possano riconoscere i luoghi in cui il Santo è vissuto. 
A Padova, Giotto compie il suo grande capolavoro "La Cappella degli Scrovegni". Dieci anni dopo l'opera di Assisi, dipinge le storie della Vergine, del Cristo e del Giudizio Universale. 
Una delle scene più famose è il "Compianto sul Cristo morto", nel quale la straordinaria abilità di Giotto di rappresentare posizioni ed espressioni dei personaggi trova la sua massima esaltazione. 
La composizione segue una dinamica, le figure sono disposte su linee oblique e curve. I corpi hanno angolazioni diverse, trova risalto "la veduta di scorcio" e un gioco di "chiaroscuro potente" che fornisce una sembianza di scultura alla pittura. 
La Madonna piange il figlio morto come farebbe qualunque madre e anche gli angeli e gli apostoli vengono dipinti in tutto il loro incontenibile dolore. 
Un gioco di piani di profondità sovrapposti dispone le figure sulla scena che si svolge in un paesaggio reale, con il cielo azzurro, le rocce e gli alberi. 
Allievo di Cimabue, Giotto innoverà il linguaggio della pittura. Le sue figure sono piene di vita e si muovono in uno spazio naturale, i personaggi sacri assumono le stesse dimensioni degli esseri umani e provano i loro stessi sentimenti. Per queste modo di dipingere Giotto viene considerato il maestro dell'arte italiana colui che segna la distanza e l'abbandono definitivo da ciò che fino ad allora traeva ispirazione dall'eredità bizantina. 

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