sabato 24 gennaio 2015

Surréalisme


René Magritte, Golconda, 1953.
di Massimo Magnani

Capita spesso nel Surrealismo che l'arte rappresenti immagini paradossali o addirittura assurde. Nato come movimento letterario in Francia negli anni venti del Novecento coinvolge non solo la pittura, ma anche il teatro e il cinema.
Il protagonista del Surrealismo è l'inconscio, il sogno, l'immaginazione.
Sono gli anni di Freud, il padre della psicoanalisi (1856-1939).
Per creare immagini i surrealisti dipingono basandosi su associazioni automatiche, senza riflettere, una di seguito all'altra per poi comporle tutte insieme sulla stessa tela. Neppure il il titolo del quadro è attinente all'immagine che rappresenta, spesso non vi è nessun nesso logico.
Magritte: "I titoli dei quadri non sono spiegazioni dei quadri e i quadri non sono l'illustrazione del titolo". Ogni dipinto è un mistero, anche per l'autore stesso, che a lavoro ultimato, interroga l'immagine come un osservatore.
Perché la pioggia di omini in bombetta in Golconda ha suggerito a Magritte il nome di una città dell'India, famosa un tempo per suoi giacimenti di diamanti ? 
Magritte vuole disorientare l'osservatore, vuole che sia l'immagine a comunicare qualcosa a chi la guarda. Sorpresa e incanto, dipinti con immagini misteriose di una realtà alterata nei colori e nelle dimensioni.
Il compito del Surrealismo è quello di farci vivere il sogno da svegli, toccando con mano la surrealtà, cioè quel luogo di mezzo che si colloca tra il sonno e la veglia. Razionale (sveglia) e pensiero libero, (sogno) si incontrano nella surrealtà.
René Magritte, L'impero delle luci, 1954.

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