sabato 8 novembre 2014

Comunicazione politica: perché argomentare è passato di moda?


Matteo Renzi
Nell’attuale dibattito politico (e non solo) mi sembra che l’asserzione guadagni ogni giorno un po’ di spazio rispetto all’argomentazione. Se è così, può non essere inutile chiedersi: perché? E con quali conseguenze?
In un precedente post (per i commenti al quale ringrazio tutti coloro che hanno espresso la loro opinione), ho già ricordato i vantaggi che esprimersi per asserzioni offre a tutti coloro il cui obbiettivo è produrre consenso(non solo i politici: pensate p.e. ai pubblicitari). Le asserzioni sono comunicazione allo stato puro; schematiche, dirette, danno per scontata la verità dei contenuti che trasmettono, si rivolgono molto di più alla sfera emotiva che a quella razionale dell’ascoltatore: e catturano l’attenzione, creano un “noi” che si oppone a un “loro” e dunque indicano una missione e offrono un’identità. E’ una tecnica comunicativa che ha una lunga e gloriosa storia: per citare solo due esempi ben noti, fu usata anche da Pericle in Atene, nel V secolo a.C. e da Cicerone a Roma nel I° secolo a. C.

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