Ricevimento dell’ambasciatore francese a Palazzo Ducale- Canaletto (1720 circa) – Ermitage – San Pietroburgo. |
di Massimo Magnani
Giovanni
Antonio Canal, detto “Canaletto”, fu veramente un uomo dei secoli dei lumi.
Nei
suoi dipinti sussiste un dominio incontrastato della luce, come dire della
“ragione”.
Il
dipinto conservato all’Ermitage illustra il momento culminante dell’arrivi a
Venezia dell’ambasciatore francese Jacques-Vincent Languet, conte di Gergy,
avvenuto il 4 novembre del 1976, e forse costituisce l’esordio dell’artista nel
campo specifico della rappresentazione di eventi pubblici.
In
esso ogni elemento è descritto con sfolgorante nitidezza: la mole del Palazzo
Ducale, le vesti sontuose dei personaggi del corteo, le gondole nere che
punteggiano il canale, i remi che incidono, netti, le lievi onde sulla
superficie dell’acqua.
E’
intorno alla metà degli anni Venti del secolo che l’artista abbandona gli
effetti chiaroscuralli tipici delle sue opere precedenti, per adottare una
“maniera chiara”, che da qui in poi avrebbe caratterizzato tutta la sua
produzione.
Dietro
ad alcune sue tele, Canaletto ebbe lo scrupolo di apporre un iscrizione, nella
quale specificava di aver ritratto la scena “con ogni maggiore attenzione”:
nelle sue opere Venezia, la città lagunare, appare come un sogno, trasfigurata
da una atmosfera magica, come sospesa, che la rende estranea allo scorrere del
tempo e, dunque, a quel processo di decadenza che pure, all’epoca in cui
l’artista visse e operò, era già in atto da tempo.
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