sabato 7 maggio 2016

Giovanni Antonio Canal, detto “Canaletto”

Ricevimento dell’ambasciatore francese a Palazzo Ducale- Canaletto
(1720 circa) – Ermitage – San Pietroburgo.
di Massimo Magnani

Giovanni Antonio Canal, detto “Canaletto”, fu veramente un uomo dei secoli dei lumi.
Nei suoi dipinti sussiste un dominio incontrastato della luce, come dire della “ragione”.

Il dipinto conservato all’Ermitage illustra il momento culminante dell’arrivi a Venezia dell’ambasciatore francese Jacques-Vincent Languet, conte di Gergy, avvenuto il 4 novembre del 1976, e forse costituisce l’esordio dell’artista nel campo specifico della rappresentazione di eventi pubblici.
In esso ogni elemento è descritto con sfolgorante nitidezza: la mole del Palazzo Ducale, le vesti sontuose dei personaggi del corteo, le gondole nere che punteggiano il canale, i remi che incidono, netti, le lievi onde sulla superficie dell’acqua.
               
E’ intorno alla metà degli anni Venti del secolo che l’artista abbandona gli effetti chiaroscuralli tipici delle sue opere precedenti, per adottare una “maniera chiara”, che da qui in poi avrebbe caratterizzato tutta la sua produzione.

Dietro ad alcune sue tele, Canaletto ebbe lo scrupolo di apporre un iscrizione, nella quale specificava di aver ritratto la scena “con ogni maggiore attenzione”: nelle sue opere Venezia, la città lagunare, appare come un sogno, trasfigurata da una atmosfera magica, come sospesa, che la rende estranea allo scorrere del tempo e, dunque, a quel processo di decadenza che pure, all’epoca in cui l’artista visse e operò, era già in atto da tempo.



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