sabato 20 febbraio 2016

Giorgione, La tempesta


Giorgione, La tempesta, 1505-1508 circa. Venezia - Galleria dell'Accademia
di Massimo Magnani

Giorgione è un amante dei paesaggi.

Egli è attirato in particolare dalla luce e dei suoi effetti nel cielo, sulla vegetazione, sulle rocce e sulle case.

Notoriamente Giorgione dipingeva per l'alta nobiltà aristocratica, intenditori di arte e letteratura, per questo motivo spesso si trovano, nei suoi dipinti, riferimenti di alta cultura, a volte difficili da individuare.

La tempesta ad esempio è famosa per le molteplici ipotesi accampate al suo significato dai maggiori studiosi.

Nonostante i documenti dell'epoca la descrivano semplicemente come "paesaggio con temporale, una zingara e un pastore, una delle interpretazioni più moderne ci parla invece di Adamo ed Eva, che consapevoli del loro peccato, accettano con rassegnazione il loro destino.

Secondo questa interpretazione, la collera di Dio (il fulmine) si abbatterebbe su di loro e i sui loro discendenti (il bambino).
I ruderi sulla sinistra rappresenterebbero la precarietà della vita fuori dal paradiso terrestre e la deprivazione dell'immortalità.
Il ponte rappresenta la via della Redenzione, attraverso la quale l'umanità avrebbe la possibilità di riconquistare il paradiso perduto (la città fortificata sullo sfondo, simbolo della Gerusalemme celeste).

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