sabato 6 febbraio 2016

La caduta di Costantinopoli


Caduta di Costantinopoli di Jacopo Robusti detto "Tintoretto", olio su tela, 1598-1605. Palazzo Ducale Venezia


di Massimo Magnani

Protagonista di uno straordinario e rapidissimo momento di espansione, praticamente venuto dal nulla, agli inizi del XIV secolo, la Potenza ottomana nacque da una frazione dell'etnia turca e si pose come minaccia permanente ai danni dell'impero bizantino, bulgaro e serbo. 
Nella seconda metà dello stesso secolo i turchi avevano già occupato una buona parte della penisola balcanica, mentre la penisola anatolica sarebbe stata ridotta all'obbedienza solo più tardi, in pieno XV secolo.
Solo nel 1453 il Sultano Maometto II il conquistatore, liquidò ciò che restava dell'Impero bizantino con la presa di Costantinopoli, che con il nome di Istanbul divenne la nuova capitale ottomana, in sostituzione delle precedenti Bursa ed Edirne.
Una delle conseguenze della conquista fu la rivendicazione del titolo di imperatore romano, che i sultani avrebbero assunto insieme agli altri nella lunga lista delle loro prerogative.
Anche sul piano formale, quindi, divenne naturale il crescente antagonismo con coloro che in Occidente portavano la corona di Sacro Romano Imperatore e che nello stesso modo cercavano la supremazia universale in nome della religione.
La conquista di Costantinopoli andò a tagliare le direttrici del commercio italiano attraverso i Dardanelli e il Bosforo verso la Crimea.
L'impatto della caduta di Costantinopoli sul mondo bizantino fu ovviamente catastrofico e molti cristiani ortodossi ne diedero la colpa alla slealtà dell'elite militare bizantina.
In Europa, la conquista di Costantinopoli causò un profondo sgomento. Gli umanisti del Rinascimento furono atterriti dal fatto che la Grecia fosse ora sotto il dominio turco.
Scriveva lo studioso Enea Silvio Piccolomini (futuro papa Pio II) "Ecco una seconda morte per Omero e anche per Platone ....Ora Maometto regna fra noi. Ora i turchi incombono sulle nostre teste".
Il destino dei cristiani ortodossi fu considerato in Europa, una punizione di Dio per la loro debolezza e i loro peccati. Soltanto quando l'Ungheria crollò all'inizio del XVI secolo, il resto dell'Europa si risvegliò e si trovò di fronte al pericolo che incombeva da Oriente.
Il Sultano Maometto II voleva fare di Costantinopoli un centro interreligioso per tutti i "popoli del Libro", fossero musulmani, cristiani o ebrei. Questa grandiosa intenzione imperiale creò un crocevia dove le culture dell'Oriente e dell'Occidente, dell'Europa e dell'Asia s'incontrarono e si mescolarono. Galata, dall'altre parte del Corno d'Oro, rimase occidentale per popolazione e cultura. Istanbul, città cosmopolita custodiva ancora parti di città largamente italiane, come appunto Galata.
Inoltre Maometto II si dichiarò nuovo qaysar "Cesare", legittimo erede degli imperi romano e bizantino. 
Ciò fu ampiamente accettato da turchi, musulmani e studiosi greci come Giorgio di Trebisonda, che scrisse a Maometto nel 1466:"Nessuno dubita che voi siate l'imperatore dei romani. Chiunque sia legalmente il signore della capitale dell'impero è l'imperatore e Costantinopoli è la capitale dell'Impero Romano".

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