sabato 27 settembre 2014

La Pazienza



Viviamo tempi moderni che ritmano la nostra vita ricorsiva. Schiavi del Dio Crono e della tirannia dell' urgenza noi non sappiamo più vedere e goderci le cose. Troppo veloce scorre il mondo è l'homo currens deve inesorabilmente adattarsi e correre. Schiacciati su un presente che dal nulla nasce e che al nulla fa ritorno, attendiamo l'eterna promessa di un futuro migliore, che non conosciamo e che spesso attendiamo  oramai più come una minaccia che come una speranza.
I Latini dicevano hic et nunc, qui ed ora, centrati sul tempo del vivere......"felice è quell'uomo che, sicuro di sè, può dire oggi io ho vissuto" (Orazio*). Allora necesse vivere una vita senza scarti, piena, intensa, profonda senza mai dimenticare che vivremo un tempo relativo (il nostro) dentro un tempo indeterminato (la Storia).
Ciascuno é figlio del suo tempo, a noi spetta stabilirne la misura. Io dico che è l'uomo la misura di tutte le cose. 
di Massimo Magnani

Non c’è più tempo, tutto è qui ed ora e, dunque, non ha senso avere pazienza e, anzi, è una contraddizione inaccettabile per una società volta al futuro e a un pragmatismo esasperato e ossessionato dal risultato.
E se, invece, cominciassimo a vedere la pazienza non solo come rassegnazione, ma una dilazione, il ritardo di un temporeggiamento che si riverberà sulla qualità della decisione ?

tratto da Luciana Regina, Pazienza, Mursia editore 2014

*Ille potens sui laetusque deget cui licet in diem dixine Vixi.

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