sabato 4 aprile 2015

Una lingua per l'Europa parte 2

Tullio De Mauro
Non l’Himalaya o grandi deserti delimitano l’Europa e ne hanno fatto e fanno una unità specifica. Fattori unificanti e individuanti sono stati fenomeni d’ordine storico e culturale. Un’enumerazione anche frettolosa non è breve.

Con un po’ di pazienza proviamo a elencarli: la diffusione e l’adozione dell’alfabeto greco (di origine fenicia, come la ninfa Europa) e poi l’affermazione delle sue due grandi filiazioni, l’alfabeto latino e il cirillico, che consentono di scrivere tutte le lingue europee; l’eredità e lo sviluppo sia del common law sia del civil law romani; l’eredità della cultura letteraria e scientifica della grecità classica; Roma, la sua letteratura, le sue istituzioni, il suo Impero; le ondate e il disperso insediamento della diaspora ebraica;Bisanzio e il suo Impero millenario; la cristianizzazione con le sue diverse forme istituzionali (cristianesimo cattolico romano, cristianesimo riformato e cristianesimo ortodosso); la ricezione dell’apporto arabo nelle scienze, nelle tecniche, nell’architettura; le piazze al centro delle sue città; le piazze come mercato e luogo di incontro di signori e popolo; la nascita degli stati monarchici nazionali fra tardo Medioevo e Rinascimento (una entità nuova nella storia, nuova rispetto alle organizzazioni tribali e agli imperi multietnici e alle città-stato); una secolare, quasi millenaria convergenza verso una comune lingua dell’alta cultura e del nascente pensiero critico e scientifico, quella latinità classica, medievale e moderna alla cui luce si sono formate le diverse lingue nazionali; gli 'astratti' ideali delle grandi comuni utopie, le parole e i testi in cui si sono concretate, l’Utopia appunto, di Tommaso Moro, le parole della Rivoluzione per eccellenza, liberté, égalité, fraternité, il Manifesto per eccellenza; il regime parlamentare.

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