venerdì 25 novembre 2016

Giotto e la povertà

Cacciata dei diavoli da Arezzo - Giotto 1295-1299

di Massimo Magnani

Nel quadro è rappresentata la città di Arezzo, colma di case colorate dipinte affastellate una sopra l’altra nei primi tentativi di una ricerca della prospettiva appena scoperta, sotto un cielo popolato da demoni volanti. In piedi, fuori dalle mura, Francesco cerca di scacciare i demoni benedicendo la città.
Due porte si aprono nelle spesse mura di Arezzo, dalla principale esce un uomo ricco mentre da quella laterale, più piccola esce un uomo povero. Tra i due c’è dipinta, in basso, una spaccatura nella terra: una crepa, un crepaccio che testimonia la voragine che separa irrimediabilmente i poveri dai ricchi.
In quel dettaglio è nascosto forse, tutto il senso dell’intero ciclo di Assisi.
Da quella fenditura, dalla manifestazione di quella ingiustizia, erano sbucati i demoni che infestavano la città.

La lotta alle diseguaglianze e alla povertà serve per saldare quella crepa e impedire che la città sia infestata dai demoni. 

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