Quest’opera è una delle più celebri dell’autore tedesco.
In maniera originale,
e con la tipica fantasia che gli è propria, Altdorfer traduce il soggetto
storico, la battaglia di Isso tra Alessandro Magno e Dario III, avvenuta nel
333 a.C., in una visione inquietante e immaginifica.
La scena è colta da un punto di vista altissimo, con
prospettive a volo d’uccello, che permette di rendere le dimensioni immense del
conflitto, rappresentato come un’imminente catastrofe di proporzioni cosmiche.
Tuttavia, a questa visione da lontano, che avrebbe favorito una resa sommaria e rapida della battaglia,
Altdorfer associa la sua inclinazione a raffigurare i minimi dettagli e indugia
a descrivere le armature dei soldati, le bandiere svolazzanti, le quadrighe di
cavalli, le lance tese; il tutto ambientato in uno spazio sconfinato e
affollato di castelli, città turrite, accampamenti militari a loro volta
inframmezzati da fiumi, radure, colline e vette rocciose. L’autore non sta
cercando di riprodurre fedelmente la realtà, ma bensì, il suo scopo è quello di
creare suggestioni in grado di evocare un mondo irreale e visionario.
Tratto da “I capolavori dell’arte – musei del mondo –
Philippe Daverio
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